La Perla dell’Africa Marriott Hotel Kampala, Uganda

Il Lago Vittoria, il secondo lago d’acqua dolce più grande al mondo, plasma il paesaggio e la vita dell’Africa orientale. Sulla sponda settentrionale sorge Kampala, la vivace capitale dell’Uganda. Nel quartiere di Nsambya sta per aprire il nuovo Marriott Hotel Kampala.

Il progetto di interior design è stato realizzato da MMAC Design Associates di Dubai, uno studio fondato nel 2013 da Christian Merieau e Anil Mangalat. Insieme hanno progettato oltre 100 hotel in tutto il mondo. Christian Merieau, architetto d’interni di Ginevra (CH), proviene da un background nella gestione alberghiera, mentre Anil Mangalat è architetto e interior designer con un master alla Domus Academy di Milano (IT). Per il Marriott, i due hanno scelto marmo, intarsi lignei elaborati e texture naturali per creare un’atmosfera sensuale e da spa, che riflette la bellezza naturale dell’Uganda.

Le soluzioni Geberit sono presenti sia davanti che dietro la parete: SuperTube garantisce un drenaggio efficiente e salvaspazio, mentre Pluvia sfrutta la pressione negativa per convogliare l’acqua piovana dal tetto. Nelle aree guest, soluzioni sanitarie come le canalette CleanLine60, i WC rimless Smyle, e le placche di comando Sigma20 e Sigma50 combinano armoniosamente design e funzionalità.

Anil Mangalat commenta: “Geberit si dimostra affidabile da anni, non solo per l’elevata qualità dei prodotti, ma anche per il costante supporto in cantiere, la formazione dedicata, l’assistenza nei progetti e la disponibilità dei suoi professionisti in ogni momento.”

Quanto è importante la funzionalità del prodotto nel design del bagno?

Christian: Nel nostro ambito, il design degli hotel, è cruciale. La funzionalità è uno dei componenti chiave per garantire un’esperienza positiva. Le persone ricordano tutto ciò che non funziona bene e questo può rovinare anche il design più bello.
Per questo mettiamo molta cura in quest’aspetto e gli albergatori ci guidano molto, perché è uno dei pochi ambiti in cui non vogliono scendere a compromessi.

Anil: La semplicità è fondamentale: tutto deve essere intuitivo, dalla placca di comando ai rubinetti. Questi elementi devono funzionare in modo intuitivo, senza che l’ospite debba cercarli.

Dove vedi cambiare i confini tra gli spazi?

Anil: I confini tra bagno e camera stanno sfumando. Ora si vive un’esperienza unica e senza interruzioni con molta trasparenza e continuità tra le due aree. I materiali sono così belli che possono essere usati in entrambe le zone, magari separate da un vetro, e tutto appare come un unico grande spazio armonioso.

Qual è il tuo background professionale?

Christian: I miei genitori gestivano un hotel in Francia e mi avevano iscritto alla scuola alberghiera perché volevano che continuassi l’attività familiare. Ben presto ho capito che quel lavoro era troppo impegnativo e ho deciso di diventare interior designer.
Mi occupo sia della progettazione sia dei rapporti con i clienti, soprattutto albergatori, così da poter tradurre il nostro design in modo chiaro e comprensibile per loro.

Anil: Ho una formazione tradizionale, sono architetto e successivamente ho seguito corsi di interior design a Milano.